Muttley!! Fa qualcosa!!!
20 febbraio 2007
14 febbraio 2007
La Speranza che non delude
Bisogna essere innamorati della vita per “gustarla” pienamente. Starci di fronte come alla persona che si ama. Anche la realtà ha difetti ai nostri occhi, così come le persone che si incontrano. L’amore è però capace di farci vedere tutto con occhi diversi, come se si avessero addosso degli occhiali speciali. E i particolari, quelle ombre che non sempre comprendiamo o facciamo fatica ad accettare, assumono sfumature, colori e contrasti diversi.Vien facile proiettare sugli altri i propri desideri di perfezione, quasi che esigessimo da loro quelle qualità e quelle caratteristiche che noi stessi non possediamo. Così dalla vita vorremmo che rendesse concreti quei desideri che dentro portiamo. È sbagliato però pensare che la soluzione di questi desideri sia in un’altra persona. Ognuno di noi ha da compiere un cammino che non può delegare a qualcun altro. Certo può farsi aiutare, sostenere, ma mai sostituire in quella ricerca estremamente intima che è possibile condividere, in misura maggiore, con la persona che si sceglie di avere accanto.
Capisco sempre di più cosa vuol dire chi mi dice che “le scelte sono sacrificio” e quanto sia importante rispettare la libertà degli altri, anche se spesso è difficile, perché il bene che vogliamo loro è come se ci portasse a volerli veder prendere la strada che noi vediamo “giusta”.
Lo so, sto parlando al plurale; è semplicemente perché credo che queste difficoltà e queste dinamiche in fondo le sentiamo un po’ tutti. In fondo credo che ciò che accomuna gli uomini sia la difficile ricerca di risposte ai propri desideri, l’incontro quotidiano con le difficoltà. Differente, invece, il loro modo di confrontarsi con esse, di affrontarle. In tal senso mi hanno colpito queste parole ascoltate qualche giorno fa: “la tribolazione produce pazienza, la pazienza una virtù provata e la virtù provata la speranza. La speranza poi non delude”. Vivere queste parole, non solo dirgli di sì perché sembrano belle, vuol dire affrontare la vita “con gusto”. Altrimenti non si vedrebbe che il dramma, la fatica, un’inutile lotta.
Se dovessi guardare al mio ombelico non avrei di che lamentarmi, in fondo le cose non mi vanno male. In questo periodo, però, ci sono dei miei amici che stanno vivendo delle difficoltà, dalla ricerca del lavoro, ai dubbi sulle scelte fatte o che si stanno facendo, alla malattia di un parente, alla scomparsa di una persona cara. È inevitabile saggiare una certa impotenza, perché per loro si vorrebbe il massimo, soddisfazione, felicità. Ciò che posso fare è accompagnarli, condividere con loro, per quanto possibile, questi momenti, queste difficoltà, e pregare per loro. Certo, chi non c’è più lascia un’indelebile mancanza, un’indelebile ferita, ma anche la sua compagnia. Il suo modo di vivere che con noi ha condiviso, quel modo di camminare e avventurarsi nella vita che ci ha mostrato e che non va perso. Non va appiccicato a un ricordo che resta solo un’immagine sentimentale. Se ci ha colpito, se per noi è stata una persona autorevole, e quindi è più forte il dolore, significa che è riuscita a darci molto e quel molto non scompare, ma resta in noi, pur con il dolore, ed è necessario rendere vivo e concreto quel che abbiamo avuto perché quella persona resti con noi, seppur in maniera diversa. Questo non cancella il dolore, non toglie la ferita. Mantiene vivo l’amore ricevuto, lo fa moltiplicatore di amore da dare, mantiene viva quella speranza che poi non delude.


