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28 aprile 2006

TransEuropa

CAMBIAR SESSO VAL BENE UNA PENSIONE

Su Il Sole 24 Ore di oggi è pubblicata una curiosa notizia: un transessuale inglese, che aveva cambiato sesso a 59 anni, aveva chiesto di andare in pensione a 60 anni, come tutte le donne inglesi, invece che a 65 come tutti gli uomini. Ovviamente la domanda era stata respinta dal Secretary of State for work and pensions in quanto presentata prima del compimento dei 65 anni di età. La "signora" ha deciso quindi di portare il suo caso di fronte alla Corte di giustizia europea, che ha ribaltato la decisione inglese.
Nella sentenza la Corte ha ricordato come il diritto a non essere discriminati costituisca uno dei diritti fondamentali della persona umana. Inoltre l’ambito di applicazione della direttiva europea 79/77/Cee sulla graduale attuazione del principio di parità tra uomini e donne in materia di sicurezza sociale non può ridursi alle discriminazioni sull’appartenenza all’uno o all’altro sesso, ma deve estendersi anche a chi cambia sesso. In seguito alla conversione sessuale della signora è derivata una disparità di trattamento che costituisce una discriminazione vietata dalla direttiva.
In Italia, segnala l’Inps, non sono ancora state segnalate situazioni analoghe, probabilmente perché sono soprattutto i giovani ad affrontare l’iter dell’operazione per il cambio di sesso. L’Istituto di previdenza segnala, comunque, che la pensione sarà assegnata in base alla condizione anagrafica del richiedente: dunque, per le donne a 60 anni, per gli uomini a 65 anni. Quindi, per la pensione in Italia conta il sesso all'anagrafe del richiedente.
Intanto, però, Vladimir Luxuria (nella foto ha deciso di apparire in foto come Penelope Pitstop, ma magari domani preferirà apparire come Peter Perfect), neoeletto/a nelle file di Rifondazione comunista alla Camera fa sapere di avere già nel cassetto una proposta di legge. «Il punto di partenza - dice Luxuria - potrebbe essere la cosiddetta piccola soluzione, simile a quella tedesca, che permette anche senza che sia intervenuto il bisturi, di cambiare sui documenti d'identità l'indicazione del nome, rispettando così anche burocraticamente, l'identità di genere».
Che significa? Se anche in Italia resisterà la legge che permette alle donne di andare in pensione prima degli uomini, e se passerà la legge voluta da Luxuria, basterà fare un saltino all'anagrafe a 59 anni, indicare un nome qualsiasi e identificarsi come donna e, senza nemmeno un colpo di bisturi, godersi la pensione in anticipo. Sia chiaro che può valere anche il contrario: una donna potrebbe decidere di lavorare 5 anni in più cambiando anagraficamente sesso.
Ma è inutile fare questi progetti....tanto la pensione non la vedrò!!!

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