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04 maggio 2006

IL CALABRONE di oggi

FORSE IL PAESE E' DIVISO, MA IL POPOLO E' UNO SOLO

Dopo gli appelli all’unità del Paese, alla moderazione e alla collaborazione, durante le celebrazioni delle laicissime “feste comandate” del 25 aprile e del l maggio si sono visti i primi distinguo. Paolo, infatti è un anziano eroe della Resistenza (medaglia al valore) costretto dall’età su una sedia a rotelle. Non può partecipare alla festa della Liberazione perché è il padre di Letizia Moratti, candidata a sindaco di Milano per il centrodestra. E la Cdl non ha il diritto di commemorare la Liberazione perché il 25 aprile è la festa della sinistra: dei coraggiosi che appesero in piazzale Loreto il cadavere di Mussolini o dei prodi partigiani rossi che “per errore”, nella foga di liberare l’Italia, uccisero il quindicenne seminarista Rolando Rivi, in un bosco poco lontano da casa. La vogliono come festa della sinistra, cioè di una parte politica che non ha certo contribuito da sola alla liberazione ma che — avendo capito l’importanza di riscrivere arbitrariamente la storia — pretende di averlo fatto e di essere l’unica base legittima della nostra stanca, confusa democrazia. E così alla commemorazione del l maggio non avrebbero il diritto di prender parte né gli imprenditori (i padroni” non sono certo lavoratori come gli altri), né tutti i politici non di fede comunista: la piazza è una cosa seria. Se lo dice l’ex prefetto Ferrante, sarà così. E, quindi, largo in piazza ai movimenti di liberazione pro Palestina, agli sfasciavetrine, a quelli delle “dieci, cento, mille Nasiriyah”. Che la sinistra abbia gettato la maschera, ancor prima di iniziare a governare? Assistiamo, forse, alle prove di un nuovo regime che non tollera chi la pensa diversamente o una storia diversa? E allora si tengano pure le piazze, ma ci lascino un’ultima provocazione: se il Paese è diviso, il popolo è uno solo. E non chiede solo che gli sia data voce nelle piazze, ma il diritto di esistere. A partire dalle persone, dai movimenti, dalle associazioni, dalle opere, di cui è fatta la nostra società. Forse non siamo tutti uguali. Per esempio noi ci sentiamo diversi, e “bella ciao” non ci basta più. Anzi, non ci è mai bastata.

ilcalabrone@email.it

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